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Aspettando “il Grande Giorno”

Se sei un fan di Parks and Recreations *  (* serie televisiva USA trasmessa in Italia dal 2012, sul canale “Joi”) potresti ricordare l’episodio del matrimonio di Donna e Joe in cui Ron Swanson diceva: “Adoro i matrimoni: vi trovi del buon cibo, la celebrazione dell’amore romantico e soprattutto adoro le Chiese.  Di’ pure quello che vuoi sulla religione, ma “quei “farabutti” sapevano come costruire un edificio “. L’affermazione di Swanson contiene del vero.  Nella nostra cultura, le persone adorano i matrimoni, il cibo (senza dubbio) e vogliono davvero che i matrimoni si svolgano in Chiesa, ma la cultura secolare ha le proprie opinioni sulla religione e anche sugli insegnamenti del Cattolicesimo, ad esempio, sulle questioni relative alla pianificazione familiare naturale.  Le Chiese hanno sempre un bell’aspetto nelle nostre foto dei matrimoni e rappresentano una scelta meravigliosa a livello di “location”, ma esiste una verità più profonda sul perché i Cattolici si sposano in Chiesa.

Da giovane ventenne ho visto i miei cugini e amici più grandi fare diverse scelte sulla celebrazione del proprio matrimonio (il loro grande giorno d’amore).  Alcuni hanno avuto bambini prima del matrimonio o anche al di fuori del matrimonio.  E altri ancora non volevano nemmeno che Dio fosse coinvolto nel proprio matrimonio, tanto è vero che i loro fratelli sono stati i ministri della cerimonia matrimoniale tenutasi in un parco pubblico.  Alcuni dei miei parenti più anziani hanno persino sostenuto la “bontà” della convivenza, dicendo: “Le coppie che vivono insieme senza il sacramento “stanno facendo le cose per bene” perché  puoi decidere di andar via in qualsiasi momento!  Buon per loro se possono avere questa libertà. ”

Mi chiedo se ci sia più libertà e stabilità nel non avere un matrimonio sacramentale, perché ho notato che gli sposi non potevano tenersi per mano mentre si frequentavano, ma una volta sposati non potevano nemmeno toccarsi, guardarsi o ammirarsi con affetto?

La radice del problema è aderire a un sacramento perché si ha coscienza di farlo e non per compiere un sacrificio che non comprendiamo.

Persistere attivamente nella castità è il frutto di un affetto libero, rispettoso, sano e autentico nelle relazioni.  Crea un rispetto che onora il nostro equilibrio, insegna la maturità e la donazione di sé.  Non ho bisogno, quindi, che il giorno del mio matrimonio sia perfetto, nel senso che “sarò finalmente libera dal peso che deriva dall’attesa di qualcosa”, ma piuttosto, sarà perfetto perché sto celebrando Dio e il Suo piano d’amore che ho incessantemente perseguito.

Le coppie di fidanzati dovrebbero sposarsi in Chiesa per una ragione ben precisa: qui si trova il luogo da cui scaturisce la grazia di Dio.  Grazia che serve da punto di forza per il proprio viaggio.  Ecco le fondamenta che ci aiutano a renderci reciprocamente autentici: la nostra attesa e l’obbedienza a Dio.

L’amore romantico dovrebbe mostrare che ogni persona non si è seduta sui propri allori e non ha atteso che l’amore  lo trafiggesse, ma lo ha perseguito deliberatamente e non si è mai appiattita su una certa stabilità relazionale.

Ciò che spero di poter mostrare agli altri il giorno del mio matrimonio è che l’amore romantico è una celebrazione che comunica un messaggio alle persone che vi assistono.

“Ringrazio Dio di non averci abbandonato.  Il giorno del matrimonio è il risultato del duro lavoro fatto dentro di noi.  Credo nel mio amato, la persona imperfetta che mi è accanto e voglio combattere insieme a mio marito,  voglio battermi per noi per il resto del tempo che mi è concesso su questa Terra.  Credo, che solo attraverso la Grazia, due persone possano innamorarsi e continuare a esserlo nel corso del tempo.  Credo che l’amore si intensifichi affrontando le difficoltà e non evitandole.  Sono, certamente, in grado di capire che la persone che amiamo possono comportarsi, a volte, come dei perfetti sciocchi, ma facendo affidamento su Dio e sulla scelte fatte insieme possiamo rendere i nostri amati le persone più Sante che abbiamo mai incontrato sulla faccia della terra. ”

Questa è la ragione per cui mi sposerò in Chiesa.  Non lo farò perché è carino farlo o perché dico che ha una certa logica e nemmeno perché “la nonna sarebbe triste se non lo facessi.”

La mia stessa storia m’insegna che il viaggio verso il mio futuro marito, verso il mio “grande giorno” e il cammino verso la celebrazione dell’amore umano è un viaggio diretto e personale, trascorso con un Dio che mi ama, mi conosce e mi chiama per nome.  E affrontare quest’avventura  con questo approccio mi farà superare tutto ciò che vivrò.

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Shannon Donnelly è ministro del campus di un liceo femminile di Filadelfia, Pennsylvania.  Si è laureata presso l’Università Cabrini in Studi Religiosi.  È un’oratrice, una scrittrice e un’inguaribile romantica.  Shannon trascorre il proprio tempo libero amando Gesù nell’adorazione eucaristica, leggendo, ballando e insegnando lezioni di fitness … sui trampolini!